L’Unione Europea ha pubblicato il rapporto sulla contraffazione. Nella consueta relazione sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale dell’esecutivo comunitario spiccano due novità: il “dettaglio” e il valore dei beni. Scopriamo a cosa stare attenti e quali sono i prodotti a maggior rischio contraffazione.
UN PO’ DI DATI
Nello scorso anno sono state 80mila le spedizioni bloccate contro le 43.500 del 2009. E più di 100 milioni di prodotti sequestrati perché sospettati di violare i diritti di proprietà intellettuale. Oltre il 90% di tutte le merci bloccate è stato distrutto o è stato avviato un procedimento giudiziario per accertare modalità e tipo di violazione. Questo il bilancio delle attività di investigazione e sequestro compiute nel 2010 dalle autorità fiscali dell’Unione europea.
I BENI PIU’ SEQUESTRATI
Oltre 1 miliardo di euro è il valore stimato dei beni sequestrati, mentre tra i generi di prodotti il 34% se lo aggiudica il tabacco, in particolare le sigarette, seguite dalle forniture per ufficio con il 9%, altri prodotti del tabacco (8,5%), etichette, targhette ed emblemi (8%), articoli di abbigliamento (7%) e giocattoli (7%). Il 14,5% di tutti gli articoli bloccati, evidenzia poi il Rapporto, sono prodotti per uso domestico. Tra questi spiccano i prodotti per l’igiene personale come shampoo, saponi, apparecchi domestici (asciugacapelli, rasoi) e i farmaci, con evidenti ricadute anche sui rischi per la salute. Completano il profilo dei prodotti i componenti per computer, non meno esenti da analoghe problematiche di tossicità. Questi tipologie di prodotti sono quindi quelle a cui bisogna prestare maggiormente attenzione. L’etichetta è spesso riprodotta bene, ma, dando uno sguardo più approfondito si colgono delle piccole differenze con i prodotti originali.
ATTENZIONE AI PACCHI POSTALI
In crescita il segmento dei sequestri di pacchi postali. Nel traffico postale l’incremento è stato sorprendente rispetto all’anno precedente. Il numero di casi è triplicato, passando da 15mila a 48mila. Un fenomeno che, secondo il rapporto, è da mettere in relazione alle vendite on line cresciute a dismisura negli ultimi anni, anche in coincidenza con l’uso di internet e delle tecnologie informatiche.
LE AREE CON PIU’ ALTO RISCHIO DI CONTRAFFAZIONE
Cina, Turchia, Thailandia, Hong Kong e India. Sono i Paesi che hanno fatto registrare i casi più macroscopici. Proprio la Cina continua a rappresentare quello con la maggiore incidenza con l’85% degli articoli non in regola con i diritti di proprietà intellettuale. Alimentari, bibite non alcoliche, schede di memoria e medicine sono invece le categorie di prodotti ascrivibili ad aree di provenienza come India, Hong Kong, Thailandia e Turchia. Attenzione quindi a tutti i prodotti «made in China».
L’UNIONE EUROPEA PONE GLI OBIETTIVI
Migliorare e, se necessario, modificare la normativa sui diritti di proprietà intellettuale; rafforzare la cooperazione operativa tra i servizi doganali dell’Unione europea e con i Paesi terzi; ottimizzare la cooperazione con i titolari dei diritti di proprietà intellettuale; sviluppare ulteriormente la cooperazione internazionale in materia di dpi; rispondere con prontezza al problema delle vendite on line; fornire formazione e informazione ad hoc agli uffici doganali. Sono i capisaldi su cui poggia il piano d’azione doganale per combattere le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale.