Un’indagine condotta dal Codacons ha fatto un giro tra i supermercati e gli ipermercati di 110 province italiane per verificare dove sia più conveniente fare la spesa. La ricerca ha preso in esame le offerte promozionali della grande distribuzione riferite a un paniere composto da 28 beni, che rappresentano la spesa settimanale tipo di una famiglia media: farina, acqua naturale, bibite, birra, cracker, burro, caffè macinato, tonno, latte, mele, olio, parmigiano, patate, uova, pane, pasta, carne bovina, riso, prosciutto cotto, cioccolato, zucchine e prodotti per la persona, come sapone, detersivo, bagnoschiuma, carta igienica e dentifricio. Nella giungla dei prezzi al dettaglio, Siena si piazza al vertice della classifica del risparmio, risultando la città dove – per acquistare l’intero paniere – si spende meno, cioè 49,83 euro. Sul fronte opposto, la provincia più cara risulta essere Aosta, dove per gli stessi beni si spendono 14 euro in più, ossia 63,83 euro.
Tra le città meno convenienti ci sono tre province della Lombardia (Lecco, Varese e Sondrio) e tre del Piemonte (Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola), che vanno a sommarsi a L’Aquila, Olbia-Tempio e Nuoro. Alcuni beni vengono offerti a prezzi promozionali estremamente diversificati a seconda della città: ad esempio il riso, nel pacchetto da un chilo, si può trovare a 1,50 euro a Potenza e a 4,84 euro a Nuoro, con una differenza del 220%. Il tonno in scatola (confezione 3 x 80 grammi) passa da 1,80 euro di Siena a 4,49 euro di Aosta (+149%), mentre dodici rotoli di carta igienica costano 3,35 euro a Isernia e 6,98 euro nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola (+108%). “Le differenze esistenti tra le varie città d’Italia incidono pesantemente sui bilanci delle famiglie e sul loro potere d’acquisto – ha affermato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – Basti pensare che, facendo la spesa nella città più conveniente, a fine anno si avrà un risparmio pari a circa 800 euro a famiglia rispetto alla città più costosa”.
Come risparmiare. Ovunque ci si trovi, esistono piccoli trucchetti per risparmiare sulla spesa di tutti i giorni: un primo taglio allo scontrino si può ottenere eliminando dalla lista tutti i cibi preconfezionati, sostituendoli con altri più naturali e soprattutto riscoprendo l’arte di preparare sughi, biscotti e torte con le nostre mani. Non è possibile risparmiare acquistando l’insalata già lavata e imbustata oppure i piatti pronti: in più, rispolverare il fai-da-te in cucina fa bene anche alla salute.
Qualche tempo fa Confesercenti, Federconsumatori e Adoc avevano diffuso un vademecum che suggeriva di acquistare i prodotti di stagione, con cui si è maggiormente tutelati sia in termini di prezzo che di freschezza e qualità. Per i prodotti ittici, pare che i mesi più convenienti siano ottobre e novembre, quando l’offerta è superiore grazie al calo dei consumi: in quel periodo, i consumatori comprano meno pesce perché è la stagione della cacciagione e dei funghi e le abitudini alimentari degli italiani guardano verso le carni fresche e lavorate.
Il consiglio di comprare seguendo lo stagione vale anche in materia di carne: se è vero che tutte le tipologie sono reperibili durante tutto l’anno, bisogna imparare ad acquistare in funzione dei prezzi e delle variazioni dell’offerta, acquistando i vari tagli e non sempre le stesse cose. Sono in pochi ad esempio a cucinare le frattaglie, ricche di ferro e a basso prezzo, così come pochi cucinano d’estate le carni lesse, ottime consumate fredde o a temperatura ambiente, oppure il pollo e il tacchino, che hanno un prezzo contenuto. Altro consiglio è evitare di acquistare troppe quantità dello stesso prodotto con il rischio di non consumarle in tempo prima della scadenza: la spesa va sempre fatta in proporzione al proprio consumo a breve termine (soprattutto per i cibi più deperibili), per evitare di sprecare delizie e soldi.