Davanti casa dispongo di un piccolo prato che ho riseminato di recente dopo aver fresato con motocoltivatore. Su di esso trova posto oltre alla piccola casa sopra descritta anche una piccola casa costruita sull’albero, vero divertimento per i piccoli del quartiere. Al centro vi è una isola in piano destinata ad ospitare una piscina estiva.
Per la realizzazione del piano piscina ho utilizzato una forma a dieci lati posata a livello rispetto al centro. Il piano è stato creato perchè l’anno precedente a causa di un dislivello di soli 4 cm il telo della piscina ha ceduto e la piscina si è rotta. Ho così scoperto che le piscine di questo tipo necessitano di un piano praticamente perfetto. Per ottenerlo ho ridotto la terra a una finezza tipo sabbia tirando il piano più volte e rullando di continuo per un mese.
Con il piano creato alla perfezione la piscina si è mantenuta in ottime condizioni per tutta un’estate.
Purtroppo capita non solo di creare ma a volte occorre anche rompere. In questo caso è toccato al pavimento antistante al box doccia, al quale si è rotta la piletta di scarico. Per fortuna sono riuscito ad accedere alla piletta tramite pavimento, risparmiandomi la laboriosa e costosa sostituzione di tutto il piatto. Nella foto a destra la nuova piletta con il nuovo tubo di scarico. Quello vecchio era in piombo modellato.
Senza dubbio la parte più difficile in un lavoro di questo genere è riuscire a non rovinare le mattonelle adiacenti a quelle che è necessario togliere…nel mio caso le due mattonelle e mezzo sulla sinistra si sono rovinate togliendo i pezzi delle altre che era necessario togliere, tutto sommato non è andata malissimo.
Una realizzazione che mi ha divertito è stata questa: creare una piccola ruspetta per il motocoltivatore. La ruspa doveva servire in caso di neve, ma naturalmente da quando la ho realizzata non è più nevicato dalle mie parti….la utilizzo per spargere il ghiaino, ma anche per spostare piccoli cumuli di terra va benissimo. Risulta essere direzionabile a destra o sinistra rispetto al mezzo e anche la faccia è inclinabile. Nonostante la leggerezza del motocoltivatore quando la ruspa incontra un carico da spingere scarica il peso sulle ruote impedendo lo slittamento soprattutto sulla terra, spostando senza problemi anche 200 kg di materiale.
La ruspetta alla fine ha incontrato la neve ed è venuta utilissima, per ora ciò è avvenuto nel dicembre 2010 e in febbraio 2012, anno che verrà ricordato a lungo per la copiosità di neve caduta nelle mie zone. Proprio per l’uso intenso che ne ho fatto in questa occasione sono state apportate alcune modifiche che hanno reso il mezzo più performante, la pala è stata allargata da 80 a 125 cm poichè la forza di spinta si è rivelata sufficiente, inoltre il centro delle ruote è stato zavorrato con 22 dischi di ferro per circa 22 Kg di peso. In questo modo la velocità operativa è diventata migliore, ora servirebbe una velocità superiore di azione poichè anche la seconda marcia risulta piuttosto lenta. Una prossima modifica consisterà nel sostituire le ruote con un modello di diametro maggiore.
Ecco un altro attrezzo autocostruito che mi risparmia molta fatica. Si tratta di un attrezzo applicato su un motocoltivatore al posto della fresatrice che consente di raschiare selciati o terreni per il taglio rapido delle erbacce. Io ho sia davanti che dietro casa circa 500 mq di aia con ghiaia, e tenerla pulita con la zappa era un lavoro gravoso che mi impiegava 2 pomeriggi. Con questo raschiatore invece in 2 ore ripulisco il piazzale. La paratia visibile su un lato serve a non fare andare i sassi nel terreno in quanto terra e ghiaia sono divisi da un righino in cemento alto solo pochi cm. L’elemento raschiatore è una lama di tagliaerba applicata sotto, dopo una ventina di utilizzi (40-50 ore = 5000 mquadri) posso dire che ancora non è necessario affilarla.
Molte volte per il taglio di piccoli pezzi di ferro o per la loro sagomatura in forme particolari ho sentito la necessità di una sega a nastro. Avendo a disposizione una piccola troncatrice portatile del tipo in figura ho costruito un piano in ferro da applicare alla morsa in dotazione per trasformarla quando necessario in una segatrice a mano libera. Ho tagliato piane in ferro fino a spessori di 12 mm senza problemi. Per non incorrere in incidenti spiacevoli è bene utilizzare guanti robusti e spingere il pezzo da tagliare con un pezzo di legno. Nonostante sia sconsigliato tagliare legno con questo tipo di apparecchi posso assicurare di averlo sempre tagliato all’occorenza senza nessun inconveniente. La troncatrice ha più di dieci anni.
Per la riparazione delle biciclette, soprattutto quando occorre togliere le ruote o verificare la regolazione dei freni o del cambio, ma anche per qualsiasi intervento di manutenzione mi sono costruito questo utensile da applicare ad una morsa. Il dispositivo dispone di uno snodo a frizione bloccabile per un facile posizionamento con l’inclinazione voluta della bici in sospensione ed una seconda vite per il serraggio della bicicletta al canotto del sedile. Tutto l’utensile è in comune ferro tranne le ganascie che sono in alluminio. Il tutto è stato realizzato con materiali di scarto raccolti in officina.
Sempre in tema di biciclette ho costruito questo compressore per il gonfiaggio dei pneumatici. Consiste in un vecchio motore di frigorifero con cui si possono ottenere pressioni di gonfiaggio di oltre 10 bar. All’entrata dell’aria è stato applicato un piccolo filtro antipolvere e all’uscita un filtro a carta (barilotto in alluminio e coperchio in nylon) che serve a trattenere eventuali residui di olio emessi, cosa che succede con questo tipo di motori, soprattutto se molto vecchi. In uscita al filtro olio c’è una valvola di regolazione tipo quella dei comuni compressori, che però è stata modificata internamente per ottenere lo scarico dell’aria in eccesso oltre la pressione voluta, regolabile dalla valvola fra zero e 10 bar circa.
Questo attrezzo è un semplice divisore orrizzontale o verticale autocostruito che permette in ausilio ad una fresa la lavorazione o la creazione di pezzi particolari. Lo utilizzo spesso per fare ingranaggi con modulo 0,5 – 1 – 1,5 oppure per creare pezzi di forma quadrata, esagonale ecc… E’ costruito con un riduttore manuale a manovella del rapporto di 70/1 più dischi forati per creare tutti i tipi di divisioni (ovvero numero denti ingranaggi) comprese le dentature più difficili (es 11-13-17 ecc) e dispone di un mandrino da 80 mm di diametro. Per il trascinamento del mandrino è utilizzata una catena modulo 6. Nonostante il gioco della trasmissione che potrebbe fare pensare a una notevole imprecisione, sul mandrino è presente una ghiera a frizione/serraggio che consente l’annullamento di errori di movimento in una direzione, utilizzato in questo modo qualsiasi ingranaggio realizzato è risultato sempre perfetto. E’ possibile anche realizzare le sedi di chiavette per alberi motore e asole di trascinamento, pistoni per ammortizzatori da modellismo e tante altre cose.
In accoppiata al divisore sopra citato e per ridurre le operazioni manuali di realizzazione di ingranaggi ho costruito questo motore per l’asse orizzontale della fresa. In unione ad una circuito elettrico di pilotaggio del motore ed ad un meccanismo di fine corsa (non raffigurati) permette di eseguire una corsa avanti indietro definibile in velocità e ampiezza per realizzare un singolo dente di ingranaggio. Quindi quando si realizza un ingranaggio basta concentrare la propria attenzione sullo spostamento del divisore e lasciare al motore e al circuito tramite la sola pressione di un pulsante, l’esecuzione della passata con la fresa creatrice. Ovviamente si può utilizzare anche per la normale fresatura, in sola modalità destra-sinistra, adatta a sgrosso o spianatura di materiali, non è un asse CNC. Il motore è un classico ex tergicristalli, ha una potenza di circa 200W a 24V.
L’utilizzo nativo di questo accessorio per tornio è quello della realizzazione di differenziali a sfere per automodelli, con questo attrezzo negli anni 88-92 sono stati realizzati differenziali nel nostro team che nelle auto radiocomandate nemmeno si sognavano all’epoca, a tutto vantaggio della guidabilità dei modelli stessi in confronto a quelli allora in commercio, con una insuperabile affidabilità e costanza di funzionamento per lungo tempo senza manutenzione. Con questo utensile si possono effettuare anche piccole rettifiche a mola. Il motore è un classico motore 12 volt del tipo utilizzato negli avviatori per automodelli, nelle applicazioni di rettifica viene fatto funzionare a 24 volt per brevi periodi e le pulegge di trascinamento sono invertite fra loro.
Questo non è un utensile autocostruito, ma uno spaccalegna commerciale costruito in italia da Ballario e Forestello. Ci sono comunque andato vicino a realizzarlo, ma dopo aver visto qualche esemplare e il prodotto finito direi che tutto sommato è stato meglio averlo acquistato. Il motivo per cui ho rinunciato alla autocostruzione è dovuto al fatto che le dimensioni di alcune parti in ferro non erano alla portata di lavorazione dei miei utensili, ma soprattutto le saldature fra le varie parti non sono realizzabili con le saldatrici utilizzabili in casa con 3 Kw di potenza. Sono anche convinto che alla fine non ci sarebbe stata una convenienza economica considerevole e in pratica anche nessuna garanzia sulle parti impiegate. Ha una forza di spinta di 9 tonnellate con 2 velocità di funzionamento. Adesso che c’è l’ho rimpiango di non averlo comprato prima.